giovedì 16 marzo 2023

MAURICE DEEBANK

Inner thought zone (1984, Cherry Red)


Pallido e striminzito, lo sguardo infantile perso in un mondo di sogni ovattati, Maurice Deebank non vantava le credenziali per divenire un guitar hero. Tuttavia, la sua collaborazione con l’enigmatico cantautore Lawrence nella band The Felt, contribuì a licenziare alcuni degli album più emozionanti e seminali partoriti nel Regno Uniti durante gli eighties, fino all’abbandono di Deebank nel 1984, dopo quattro memorabili Lp.

Le doti chitarristiche di quello che certa stampa specializzata definì “padre della chitarra indie” sono da ricercarsi perciò nella sua avventura discografica coi Felt (su tutti, The splendour of fear) come anche nella sua unica prova solista, registrata subito dopo l’abbandono dei compagni. Inner thought zone è caleidoscopio strumentale di emozioni scintillanti, prova di stile che, sia nello strumming che nell’arpeggio, ha influenzato icone della chitarra pop-rock come lo Smiths Johnny Marr. L’introduttiva The watery song riassume perfettamente genio e influenze formative del nostro (gli studi Classici al conservatorio di Birmingham ma pure autori di nicchia a cavallo tra Anni ’70 e ’80, da Captain Beefheart a Steve Hillage). I barocchismi del suo stile non indulgono un istante in aridi tecnicismi, concedendo invece scelte accordali armonicamente complesse e cambi di mood tenuti insieme da una malinconia squisitamente british.

La reissue su cd del 1992 aggiunge quattro perle incise otto anni più tardi, tra le quali è imprescindibile nominare l’omaggio al compositore russo Alexander Scriabin A tale from Scriabin's Lonely Trail, un sali-e-scendi di momenti ambientali e dissonanze dove emerge, in ultima, la chitarra elettrica, sostenuta nella culla di archi sintetici tutt’altro che rassicuranti.

genere: indie strumentale

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