mercoledì 29 marzo 2023

DAVE BALL

In strict tempo (1983, Some Bizzare)


A cavallo tra la composizione del lodevole The Art of falling apart e i barocchismi synth-pop del sottostimato This last night in Sodom, il tastierista Dave Ball accantonerà per il tempo di un solo album solista il progetto in duo con il cantante Marc Almond, quei Soft Cell per i quali verrà ricordato negli annali dell’elettronica decadente, licenziando una raccolta di brani dall’alto profilo artistico.

Non volendo ricorrere al timbro vocale del solito Almond - che pur capitombola come direttore artistico nella grafica sfacciatamente queer dell’Lp - Ball chiama a se due cantanti altrettanto istrionici, il frontman dei Virgin Prunes, Gavin Friday, e Genesis P. Orridge, teorizzatore del genere industrial allora al proprio apice nell’esperienza musical-esoterica Psychic Tv. In aggiunta alle tinte dei sintetizzatori, il compositore raduna una lineup comprendente sax, trombone, chitarre e una sezione d’archi nella quale si distingue, alla viola, l’allora moglie del nostro, tale Gini Hewes. In strict tempo profuma qua e là di pre-produzione, con momenti illuminati da un’oscurità baudleriana calata negli eighties più sperimentali. Ritmi marziali, campionamenti da voci distanti e melodie minori sono il tappeto sonoro su cui si spalmano i cantati/recitati di Friday e P. Orridge, venefici sacerdoti di un paganesimo in formato canzone. 

Disinteressato a proseguire l’esperienza al di fuori dallo studio di registrazione, Ball tornerà a far combutta con Almond per un altro anno prima dello scioglimento del duo. Seguiranno alcune discontinue e trascurabili collaborazioni, la più trascurabile e indesiderata delle quali sarà proprio la reunion dei Soft Cell nel 2001, in tempo per lanciare sul mercato l’innecessario Cruelty without beauty

genere: synth-pop

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