mercoledì 18 gennaio 2023

ALUN DAVIES

Daydo (1972, Cbs)


Un lungo ricovero ospedaliero causato da una tubercolosi poi fortunatamente debellata, ispirò al cantautore Cat Stevens un nuovo inizio di carriera: abbandonato il pop usa-e-getta dei primi due album, nel 1970 si reinventò attraverso un folk intimista che ne decretò il successo mondiale. Fedele compagno di quella rinascita artistica gli fu l’amico Alun Davies, chitarrista britannico di rara sensibilità, braccio destro di “Gatto Stefano” da lì e fino all’illuminazione del 1977 che avvicinò la superstar all’Islam trasformandola in Yusuf Islam.

Con una manciata di ottime canzoni in testa e motivato dalla visibilità indiretta che gli sarebbe derivata dall'appartenenza alla corte di Stevens, Davies azzardò il proprio esordio solista, a oggi unica testimonianza delle sue capacità compositive. Daydo è squisito esempio di quel folk revival di matrice albionica, smerciato alle nuove generazioni grazie a un’onesta inclinazione all’artigianato pop. Gli intrecci di chitarre acustiche in Market place abbozzano l’acquerello di un emozionante sentimentalismo, vantando atmosfere simili a quelle di Stevens, sicché a qualche critico del tempo sorse la curiosità rispetta a chi copiasse chi. Dell’album, Stevens è effettivamente coproduttore, coautore di Portobello Road oltre a prestare aiuto qua e là con i cori e un pianismo semplice ma in grado di lasciare una riconoscibile impronta (Old Bourbon).

Tutt’altro che uomo da palcoscenico, il buon Alun si lasciò scoraggiare dagli scarsi risultati commerciali di quest’opera prima, preferendo militare nelle file di Stevens come pur pregevole strumentista, tornando timidamente sulla scene grazie al tiepido An other cup, resurrezione del 2006 di Cat/Yusuf nel mondo della musica di consumo.

genere: folk pop

Nessun commento:

Posta un commento