mercoledì 8 gennaio 2014

ENZO CARELLA

Sfinge (1981, Rca)


Il sodalizio tra Enzo Carella e il poeta/paroliere Pasquale Panella è secondo soltanto alla partnership tra quest’ultimo e Lucio Battisti, la quale produsse gli ultimi cinque sottovalutati album del compositore di Poggio Bustone. Carella può vantare una discografia parca ma sostanziale, con sei lavori da studio in 30 anni di attività, tutti più o meno meritevoli di figurare nelle discografie di chi ne mastichi di cantautorato italiano.
 
La voce polverosa e sorniona del Nostro diviene, a partire dal singolo Fosse vero del 1976, palestra artistica per il geniale Panella, che qui inizia a forgiare il suo inimitabile stile attraverso liriche che mischiano non-sense a giochi linguistici tra i più raffinati emersi nel nostro Paese. Ad accomunare almeno le prime tre uscite discografiche, una squadra di musicisti di rara coesione, forieri di un funk bianchissimo e credibilmente italiano. Tenendosi alla larga dai manierismi tematici del genere, la creatura Carella/Panella da prova di un’originalità alternativa, come dimostrato dallo scarso riscontro commerciale nonostante una bizzarra incursione Sanremese nel '79.
 
Sfinge - con gli straordinari arrangiamenti dell’ex-Osanna Elio D’Anna - condensa gli ascolti preziosi del cantante romano (patito della prima ora di Dylan, Hendrix, Roxy Music e Steely Dan) senza scimmiottarne alcuno, sicché la risultante è un prodotto di cantautorato indefinibile eppure miracolosamente Made in Italy. Dalla malinconia post-mediterranea di Mare sopra e sotto e fino all'avant-bossanova della titletrack, il 33 giri in questione resta enigmatico esempio di un artista scandalosamente in attesa di ripubblicazione su cd.
 
genere: cantautorato off off

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