mercoledì 16 ottobre 2013

MX-80

Out of tunnel (1980, Ralph)


Il chitarrismo art-punk di Bruce Anderson resta uno dei gioielli meno noti licenziati dall’etichetta dei Residents, quella Ralph Records che vantò a catalogo nomi ‘cult’ quali Chrome e Tuxedomoon. Scaricati dalla Island all’indomani del prevedibile insuccesso del sorprendente esordio Hard attack, gli Mx-80 approdarono a San Francisco dalle periferie di Bloomington (Indiana), entusiasmando le misteriose eminenze oculari con un free-rock poi sdoganato al pubblico underground da epigoni di valore come Butthole Surfers e Sonic Youth.

Follow that car unisce il gusto per il riff metallico a spigolature asimmetriche nella sezione ritmica, il tutto condito dagli assoli malati di un sax no-wave. It's not my fault è trionfo di atonalità beefheartiane, lucido esempio di un rock viscerale eppure legato a un’irreplicabile metodologia ‘avant’. Lo strumentale Fender Bender riprende le più selvagge lezioni del folle Von Lmo, sviluppando un tema acid-prog bagnato in dissonanze allora comuni alla scena off newyorkese. Letto nella sua completezza, l’album è un’unica cavalcata metropolitana verso il cuore della notte, cantato/recitato dal timbro monocorde eppure sensuale del sassofonista Rich Stim.

Il successivo Crowd control optò per una semplificazione della formula, enfatizzando un feeling ancor più claustrofobico e dark. Terminata l’esperienza Ralph i Nostri si trovarono inguaiati in pantani di carattere legale, ritardando l’uscita di quel Existential lover che finirà ingiustamente nel dimenticatoio a causa di una mancata promozione e dell’emergere di nuove band che gli Mx-80 avevano contribuito a ispirare.
 
genere: free-rock

Nessun commento:

Posta un commento