Consumato negli Anni ’60 il crossover totale delle arti, i seventies furono per la Musica Seria decennio di impressionante stagnazione. Una delle intuizioni artisticamente più felici e innovative emerse, inaspettatamente, dalla città inglese di Portsmouth; fondata da un manipolo di studenti della Scuola d’Arte locale affiancati da alcuni dei loro insegnati (tra i quali il compositore Gavin Bryars), Portsmouth Sinfonia fu esperienza sperimentale che ottenne in patria un successo insperato ma la cui fama ancor oggi fatica a varcare i confini della terra d'Albione.
La formula è presto detta: una formazione orchestrale composta da musicisti dilettanti e professionisti che si destreggiano con uno strumento diverso dal proprio. Il risultato, ascoltando l’esordio Plays the popular classics, non manca di aggredire anche l’ascoltatore più scafato: classici quali Sul bel Danubio blu o Così parlò Zarathustra di Strauss vengono massacrati con il rigore di chi stia tentando di superare i propri limiti tecnici producendo risultati obiettivamente scoraggianti. Prodotto da Brian Eno (presente nella line-up in veste di sgrammaticato clarinettista) l’album resta uno degli oggetti di culto più ricercati dagli amanti della art-music, capace di spazzar via in un sol colpo dettami secolari concernenti tempo, ritmo, intonazione, dinamiche ecc..
Seguiranno un live alla Royal Albert Hall e un’altrettanto stralunata rivisitazione di celebri brani pop-rock (20 classic rock classics), entrambi scandalosamente in attesa di una reimmissione sul mercato discografico.
genere: musica Classica deviata
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