lunedì 3 giugno 2013

MOONDOG

Moondog (1969, Columbia)


Figura leggendaria arcinota nella Manhattan dei fifties, Louis Thomas Hardin, conosciuto come Moondog, fu compositore e poeta di strada la cui opera vanta estimatori dai generi musicali più disparati quali jazz, minimalismo (nel 1989 Phillip Glass invitò il Nostro a dirigere la Brooklyn Philharmonic Chamber Orchestra per il New Music America Festival) e pop-rock (Janis Joplin coverizzò All is loneliness nello storico album Big Brother and the Holding Company). Cieco dall’età di 16 anni, Moondog si rivelò autodidatta di geniale caratura ma pure inventore di strumenti musicali, esperto di cosmologia e appassionato di mitologia norrena (da qui la peculiarità di indossare vestiti ispirati alla tradizione vichinga, sicché ben presto venne ribattezzato ‘Il vichingo della 6ª Avenue’).

Dalla sua produzione discografica l’esordio per l’etichetta Columbia (da non confondere con quello omonimo per la Prestige, di 13 anni precedente) riassume compiutamente uno stile accattivante ma originalissimo, ispirato ai rumori della metropoli secondo un’estetica di minimalismo ante litteram esposta in episodi quali la ciaccona dedicata al martire del beb-bop Charlie Parker (Lament 1) o nel sentimentalismo di Symphonique #3, azzeccata trasposizione del tema Over the rainbow. Un discorso a parte meriterebbe inoltre la sua ricerca sul ritmo, con rivisitazioni debitrici all’allora neonata bossanova (Theme) impreziosite da un’enfasi post-wagneriana.
 
Ritiratosi in Germania a metà degli Anni ’70, Moondog si confermò autore prolifico ma scarsamente interessato al successo, spegnendosi a 83 anni nel disinteresse della critica specializzata.

genere: minimalismo ante litteram

Nessun commento:

Posta un commento