Primo bluesman a venir immortalato in una registrazione discografica nel 1923, Weaver è da annoverarsi tra i misconosciuti fondatori del genere, il cui contributo ha spalancato le porte all’utilizzo dello slide per la chitarra (nelle sue prime incisioni egli utilizza la lama di un coltello) e coniato una formula poi declinata nelle più note bastardizzazioni contemporanee a opera dell'uomo bianco. Discostandosi dal repertorio da orchestrina vaudeville che sancirà la fortuna di interpreti quali Bessie Smith e Ma Rainey, il country-blues è doloroso soliloquio per chitarra acustica e voce maschile, incarnato negli Anni ’20 del secolo scorso da personaggi che assursero una certa fama (Blind Lemon Jefferson) ma soprattutto da una lunga lista di cantautori oggi sconosciuti anche all’estimatore più attento.
La ragione di questo gap va ricercata nello stop discografico all’indomani della Grande Depressione, il quale sfoltì le già magre aspirazioni carrieristiche dei bluesman; i più sembrarono sparire nel nulla, decimati dall’indigenza o da stili di vita autodistruttivi. Alla luce di questa profonda lacuna risulta ancor più preziosa l’attività dell’etichetta Document, che ha ripubblicato le registrazioni complete di autori misteriosi come Peg Leg Howell, Barbeque Bob, Tommy Johnson o Ishman Bracey.
La chitarra di Weaver su Bottleneck blues o Guitar blues, incrostata da una qualità audio che restituisce la memoria di un tempo apparentemente preistorico, è esempio commovente di quel feeling in bilico tra paludi e metafisica espresso inconsapevolmente dalla 'musica del diavolo' nella sua prima ancestrale manifestazione.
genere: country blues
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