martedì 28 maggio 2013

MICK KARN

Titles (1982, Virgin)

 
Gli estimatori dei Japan e della new wave che conta hanno sperato, fino all’ultimo, che il polistrumentista Mick Karn vincesse la sua battaglia contro il cancro. Nel fioco interesse della stampa specializzata, il Nostro è deceduto invece a 52 anni, nel gennaio 2011. Se i più ne hanno lodato il talento come bassista per il celebre gruppo britannico, va evidenziata oltre a ciò una parca ma stimolante attività solista, inaugurata all’indomani della separazione da David Sylvian e soci grazie all'album Titles.
 

Si apre con Tribal dawn, in cui il basso fretless sferruzza un monologo obliquo proseguendo il discorso neo-tribale intrapreso un paio d'anni prima da Eno in coppia con Jon Hassell e David Byrne. Lost affections in a room incarna la tentazione di una fusion informale ma altamente evocativa, rinunciando alla batteria e sperimentando un’elettronica oppiomane non priva di struttura. Passion in moisture riprende le atmosfere più originali inserite dai Japan nel capolavoro Tin drum, sostituendo il canto col dialogo tra basso e un latrar di sintetizzatori; il lato A termina in Weather the windmill, esperimento notturno ben orchestrato tra impro e composizione. Meno efficace il versante canzonettistico, un terzetto di tracce sprovviste di un accattivante timbro vocale e la cover inattesa de La distancia di Roberto Carlos, nota in Italia nell’interpretazione di Iva Zanicchi (Testarda io).

Seguiranno una folta attività da sessionman, una manciata di lavori di gran levatura (si ascolti The concrete twin del 2009), unitamente all’ispirata parentesi col cantante dei Bauhaus Peter Murphy nei Dali’s Car.

genere: new wave fusion

Nessun commento:

Posta un commento