martedì 28 maggio 2013

M.B./MAURIZIO BIANCHI

Carcinosi (1983, M.B.)

 
Padre indiscusso dell'industrial ‘old school’ italiano, Maurizio Bianchi è figura leggendaria dai tratti artistici e umani indefinibili; la sua sterminata discografia, inaugurata nel 1979 con le deflagrazioni strumentali a nome Sacher-Pelz, si conferma esperienza estatica eterogenea ma pure aderente a una filosofia quanto mai rigorosa. Le 'de-composizioni’ del Nostro in capolavori di inizio Anni ’80 quali Endometrio, Carcinosi e Armaghedon esprimono la summa di un’estetica impastata da influenze di musique concrète e ‘do it yourself’ lucidamente punk: tecnologie prescelte e loro impiego sono volutamente spartani, senza che mai si configuri un prodotto figlio di amatorialità. A stupire è la nitidezza della visione esposta, spesso superiore per emozionabilità agli episodi più noti degli inglesi Throbbing Gristle; le lunghe elucubrazioni bianchiane pulsano un ritmo atemporale rinunciando alla possibilità della voce o a una qualsiasi concessione melodica.


Seguirà un primo ritiro dalle scene, conseguente a una rinascita spirituale nel movimento religioso dei Testimoni di Geova. Il ritorno con l’album Colori, nel ’98, è all’insegna di un ambient solo apparente, affiancato da una nuova stagione creativa frammentata in decine di collaborazioni con musicisti da tutto il mondo e una manciata di lavori in proprio che perfezionano le intuizioni della giovinezza.

La quadratura del cerchio avviene 11 anni più tardi, con l’annuncio del ritiro irrevocabile che sancisce, per gli estimatori, la possibilità di tracciare un ritratto definitivo di questa purissima esperienza artistica.

genere: industrial old school

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