Il suo debutto discografico, ben accolto dalla critica specializzata, è il ritratto fedele di un’anima in pena, sospeso tra un cantautorato sbilenco con reminescenze letterarie (Kafka in Metamorfosi), ruvidezze quasi Captain Beefheart (Un galantuomo) ed echi di un misticismo che di lì a poco lo convincerà a prendere i voti e ritirarsi in un monastero benedettino (Un fiume di luce, Il regno dell’Eden). Dopo 11 anni di vita monastica Camisasca opta per una forma di rigore personalizzata, rintanandosi in un eremo alle pendici dell’Etna e approfondendo l’amore per la pittura di Icone.
Con tutte le ingenuità stilistiche tributabili a un esordio consapevolmente scomposto, La finestra dentro si conferma comunque summa stilista dell’estetica camisaschiana; le prove successive si sbilanciano verso una spiritualità deludente sotto il profilo artistico (l’album Te Deum nell’88) o soccombono sotto il peso di una filosofia 'arty' dalla scarsa consistenza (Il carmelo di Echt dell'88 e Arcano Enigma dell‘99).
genere: avant-folk pop
Nessun commento:
Posta un commento