lunedì 27 maggio 2013

GINO VANNELLI

Storm at sunup (1975, A&M)


Possibile combinare il rigore della fusion con l’immediatezza del pop-rock? La risposta sta nella discografia del canadese Gino Vannelli il quale, con una manciata di album in crescita qualitativa durante la seconda metà dei seventies, ha incarnato uno stile popolare di sorprendente levatura artistica. Nel 1974, grazie al successo del singolo People gotta move egli fidelizza pubblico bianco e nero attirando le lodi di Stevie Wonder e la fiducia dell’etichetta A&M, che gli concede maggiore libertà creativa per gli album Storm at sunup, The gist of the Gemini e A pauper in paradise.

Storm at sunup in particolare suggella la collaborazione col fratello Joe, compositore in grado di stillare dal synth arrangiamenti di effetto muniti di un calore tutt’altro che scontato. La titletrack espone un formato musicale ibrido: il cantato si spalma sugli accordi della tastiera Rhodes per venir sferzato, improvvisamente, da un’adrenalinica batteria funky nella quale si inserisce, tra poliritmie e dettagli percussionistici, un virtuoso assolo di sax. Se Mama Coco è rara dimostrazione di feeling nero da un timbro vocale bianco, lo stupore massimo viene raggiunto negli 8 minuti di Where am I going, tripudio esecutivo e compositivo capace di ricordarci il disinteresse del grande pubblico che oggi affronterebbe una musica di tal spessore.

La consacrazione commerciale col tormentone I just wanna stop (tratta dal pur imprescindibile Brother to brother) e l’ascesa del fenomeno Disco determineranno una lenta ma inarrestabile semplificazione della formula di partenza, confinando l'artista nella gabbia di un pop piacevole ma annacquato.

genere: pop-rock fusion

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