venerdì 7 febbraio 2014

ANDY SUMMERS/ROBERT FRIPP

I advance masked (1982, A&M)


Il genio di Robert Fripp è un’indefinibile miscuglio di talento e capacità visionaria applicati al formato pop-rock. Ostinandosi in una ferrea disciplina mentale ispirata agli insegnamenti del mistico armeno Georges Ivanovič Gurdjieff, egli ha attraversato oltre 45 anni di storia della musica popolare licenziando incontestabili capolavori come bandleader nei King Crimson, ma non solo. Teorizzatore della tecnica chitarristica battezzata frippertronics, in abbinata a Brian Eno, il chitarrista inglese ha tracciato le coordinate del neonato genere ambient. Vanno poi sommate le decine di collaborazioni per album e artisti leggendari (Bowie, Gabriel, Sylvian ecc.), che evidenziano la bravura di un artista in grado di spaziare tra stili diversi emergendo in virtù della propria unicità.

Negli Anni ’80, con il progetto del Re Cremisi arenato nel prescindibile Beat, Fripp ne approfitta per schiarirsi le idee accettando una collaborazione per lo meno improbabile con l’allora chitarrista dei Police, Andy Summers. Ne consegue un album strumentale tutto da rivalutare. A stupire è l’omogeneità di una formula semplice ma efficace, sorta di pop-rock minimalista concentrato sul ritmo e le possibilità ritmiche dell’arpeggio. Le chitarre dei due, imprevedibilmente, si amalgamano alla perfezione gareggiando nell’arte dell’essenzialità e cesellando ombrosi acquerelli (Under bridges of silence), cavalcate chic-pop (China yellow leader) e brevi delizie ambientali (In the cloud forest, Lakeland).

Divertiti dalla risultante, i due registreranno nel 1984 una seconda prova in coppia, Bewitched, meritevole nonostante alcune sonorità eighties oggi lievemente datate. 

genere: trance-rock strumentale

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